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Il fruscio delle onde del mare si mescola ai nostri lamenti di piacere. Mentre entro ed esco da lei, ho come l’impressione di conoscere la sua carne, il suo modo di ansimare, la sua fame. Probabilmente è tutto scaturito dalla tremenda sbornia che offusca i miei neuroni. Le strapperei la maschera dalla faccia e farei altrettanto con la mia, per ficcarle la lingua in bocca e deliziarmi del gusto della sua saliva. L’ondeggiare della sua testa mi fa capire quanto sia ubriaca. La ragazza deve aver abusato dell’alcool quanto me, se non di più. Non sto approfittando della situazione perché anche io sono provato e non riesco a ragionare come vorrei. Vengo trasportato dai suoi gemiti e catapultato in un mondo diverso, dove non indosso questo ridicolo costume ma, come una specie di Casanova, mi mischio tra nobiltà e borghesia, aggirandomi tra corti e salotti, fino ad arrivare alle stanze più segrete delle sue voglie per fotterla come il suo corpo affamato chiede. Non ci guardiamo nemmeno: l’unico intento è quello di far esplodere i nostri piaceri. Stringo forte la carne soda dei suoi glutei e mi perdo nel profumo antico delle sue vesti e in quello vizioso delle sue carni. Gli abbondanti umori colano sulla durezza della mia erezione e ne agevolano i movimenti, che prepotenti spingono il mio bacino ad addentrarsi instancabili dentro di lei. La foschia nella mia testa aumenta col passare del tempo che in contrapposizione sembra essersi fermato all’atto della penetrazione. Aprendo gli occhi vedo la spiaggia vacillare, così come il mare con le sue onde che vanno avanti e indietro e poi si muovono vorticose orizzontalmente creando ancora più scompiglio a queste sensazioni che s’impossessano della mia materia cerebrale compromessa dal Mojito. Continuo a muovermi dentro di lei che ansima senza trattenersi, facendo uscire un suono ovattato dalla bellissima maschera che indossa. Le labbra rosse, disegnate su di essa, mi fanno impazzire. E guardando gli occhi socchiusi presi dal godimento capisco che non devo smettere. Proseguo facendola saltare sul mio cazzo. Nella penombra donataci dalla luna, entrambi presi dalla magia del momento e troppo sbronzi per interrompere ciò che sta accadendo, assaporiamo l’uno la voglia dell’altro. La sento gemere più del dovuto e delle contrazioni m’intrappolano il cazzo facendomi capire l’arrivo del suo orgasmo che esplode poco prima del mio. Insisto affondandomi in lei e sento il mio piacere giungere a compimento riempiendo il preservativo. Godere dentro una sconosciuta non era esattamente il mio programma per la serata ma è successo e ora non posso certo cancellare tutto.
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