Ciao a tutti readers.
oggi il blog partecipa al release blitz di Love Dribble il libro sport romance, erotic romance di Irene Pistolato che uscirà oggi 26 Ottobre grazie alla Darcy Edizioni.
Uscita: 26/10/2018
E-book: € 2,99 e il primo giorno a € 0,99
Cartaceo: € 16,00
Pagine: 430
Editore: Darcy Edizioni
Genere: Sport romance/ Erotic romance
Link d'acquisto: https://amzn.to/2RhROKy
«Dannazione!»
Lancio il telefono contro il muro, cade sul pavimento e lo schermo si crepa, ma questo è proprio l’ultimo dei miei problemi. Posso permettermi di comprare tutti i cellulari che voglio, ma non posso di certo riavere indietro la mia serenità, non ora per lo meno. Tirarmi in ballo in questo modo ignobile è deplorevole e chi ha sbagliato pagherà. Non ho intenzione di lasciar correre e non voglio che il mio nome venga associato a questa storia di scommesse. Non avrei mai messo a repentaglio la mia carriera per una cosa simile, buttare nel cesso anni di sacrifici, per cosa poi? Soldi e fama non mi mancano, non ho vizi e non ho nemmeno mai fumato una canna al college. Che cosa vogliono da me? Devono trovare un motivo più valido, se davvero vogliono screditarmi. Non mi sono mai venduto le partite, io gioco per vincere, per portare la mia squadra in finale e ottenere l’anello; questo è il mio obiettivo! Faccio quello per cui sono pagato fior di dollari! Non ho bisogno di entrate extra e, anche se avessi necessità di arrotondare, non lo farei mai in questo modo. Se solo sapessi chi è stato a mettermi in mezzo, non vedrebbe la luce del giorno, lo eliminerei dalla faccia della Terra. Certi individui non hanno davvero il diritto di respirare.
Colpisco la parete con un pugno e urlo tutta la mia frustrazione, incapace di trattenere la rabbia che sta prendendo il sopravvento.
«J., che succede?»
La donna con la quale ho trascorso le ultime ore sotto le lenzuola appare nella stanza con addosso solo una mia maglia, che le arriva quasi alle ginocchia. È carina, minuta e con degli occhi scuri molto espressivi. Se solo ricordassi il suo nome…
«Niente, tranquilla. Torna in camera, piccola» rispondo con un mezzo sorriso.
Non ricordare come si chiama non è carino da parte mia, ma non credo che ci sarà un’altra occasione per stare insieme, dopo stasera. Magari vorrò sfogare ancora un po’ i miei ormoni e, dopodiché, la inviterò gentilmente a lasciare la mia casa, non voglio che nessuna dorma con me. Legarmi a qualcuno è proprio l’ultimo dei miei pensieri: al momento ho altro per la testa. Se ne ritorna in camera senza aggiungere altro e io mi lascio cadere di peso sul divano; chiudo gli occhi, mi massaggio le tempie con movimenti circolari, sperando che questo mal di testa se ne vada al più presto.
Nonostante il volo, il telefono riprende a squillare come un ossesso. Jack Ryde, il mio manager, può aspettare, non ho alcuna voglia di passare la notte a parlare con lui, perché so che è proprio sua la telefonata e so anche che non mi lascerà andare in cinque minuti. E poi per oggi mi ha già fatto incazzare e devo ancora smaltire la rabbia. È un mese che mi tormenta per una campagna pubblicitaria alla quale non ho alcuna intenzione di partecipare. Continua a dirmi che sarà un toccasana per le mie tasche, ma a me non importa. Se è una cosa in cui non credo, non metterò mai la mia faccia, dovessero sborsare anche milioni di dollari.
Ho scelto io questa carriera, questa vita, sapevo a cosa stavo andando incontro, ma mai avrei immaginato che sarebbe stato così difficile gestire la fama e le attenzioni dei giornalisti. Non reggo più la pressione e non riesco a concentrarmi come dovrei. A giorni comincerà la conference, dovrei essere carico e pronto a dare il massimo in campo come a ogni partita, se non di più, invece mi ritrovo irritato, incazzato e desideroso di mandare tutti a quel paese.
Se solo potessi andarmene senza lasciare alcuna traccia e riprendere in mano la mia vita, quella che avevo prima di diventare J. Price, il numero trentacinque dei Detroit Motors… Nessuno mi fermerebbe per un autografo o una foto insieme, nessuno mi riconoscerebbe, sarei un anonimo venticinquenne, laureato e squattrinato, magari con una famiglia a carico, come la maggior parte dei miei coetanei. Dovrei essere grato di ciò che ho, ma sono riusciti a farmi odiare tutto quello che ho ottenuto con il sudore della mia fronte. Afferro il telecomando e accendo la tv sul canale sportivo, trovando subito la mia foto in primo piano.
«Bastardi» sibilo a denti stretti.
I media non fanno altro che aumentare le malelingue, alimentano dubbi sul mio conto senza nemmeno avere prove evidenti in mano. Ai giornalisti basta lo scoop, non importa a nessuno se può portare seri danni alla mia carriera di cestista, interessa solo al sottoscritto e al mio manager, che altrimenti non beccherebbe più un centesimo da parte mia. Ascolto per qualche minuto le stronzate che si sono inventati sul mio conto, le mani prudono per la voglia di colpire qualcuno, le stringo a pugno e digrigno i denti.
«I suoi legali affermano che il campione è del tutto estraneo ai fatti in questione, ma molti non sono concordi. Voi a chi credete? Riuscirà J. Price a uscire pulito da questa storia? Ne sentiremo parlare ancora a lungo…»
oggi il blog partecipa al release blitz di Love Dribble il libro sport romance, erotic romance di Irene Pistolato che uscirà oggi 26 Ottobre grazie alla Darcy Edizioni.
Love dribble
di Irene Pistolato
di Irene Pistolato
E-book: € 2,99 e il primo giorno a € 0,99
Cartaceo: € 16,00
Pagine: 430
Editore: Darcy Edizioni
Genere: Sport romance/ Erotic romance
Link d'acquisto: https://amzn.to/2RhROKy
James è un giocatore professionista dell'NBA, il basket è tutta la sua vita e ha tutte le carte in regola per vincere, finché il suo nome non viene infangato in uno scandalo scommesse. Ferito dal caos mediatico che ne consegue, nonostante la sua innocenza, decide di prendersi una pausa e in gran segreto giunge a Sirmione, in Italia. Qui incontra Tania, commessa in un supermarket che sogna di incontrare presto il vero amore. Tra i due scatta subito la scintilla della passione, ma presto James si troverà a fare la scelta più ardua: il basket nella sua terra natale, Detroit, o l'amore in un piccolo paesino italiano. Possono cuore e mente, per una volta, volere la stessa cosa?
PROLOGO
Un caso montato ad arte
«Dannazione!»
Lancio il telefono contro il muro, cade sul pavimento e lo schermo si crepa, ma questo è proprio l’ultimo dei miei problemi. Posso permettermi di comprare tutti i cellulari che voglio, ma non posso di certo riavere indietro la mia serenità, non ora per lo meno. Tirarmi in ballo in questo modo ignobile è deplorevole e chi ha sbagliato pagherà. Non ho intenzione di lasciar correre e non voglio che il mio nome venga associato a questa storia di scommesse. Non avrei mai messo a repentaglio la mia carriera per una cosa simile, buttare nel cesso anni di sacrifici, per cosa poi? Soldi e fama non mi mancano, non ho vizi e non ho nemmeno mai fumato una canna al college. Che cosa vogliono da me? Devono trovare un motivo più valido, se davvero vogliono screditarmi. Non mi sono mai venduto le partite, io gioco per vincere, per portare la mia squadra in finale e ottenere l’anello; questo è il mio obiettivo! Faccio quello per cui sono pagato fior di dollari! Non ho bisogno di entrate extra e, anche se avessi necessità di arrotondare, non lo farei mai in questo modo. Se solo sapessi chi è stato a mettermi in mezzo, non vedrebbe la luce del giorno, lo eliminerei dalla faccia della Terra. Certi individui non hanno davvero il diritto di respirare.
Colpisco la parete con un pugno e urlo tutta la mia frustrazione, incapace di trattenere la rabbia che sta prendendo il sopravvento.
«J., che succede?»
La donna con la quale ho trascorso le ultime ore sotto le lenzuola appare nella stanza con addosso solo una mia maglia, che le arriva quasi alle ginocchia. È carina, minuta e con degli occhi scuri molto espressivi. Se solo ricordassi il suo nome…
«Niente, tranquilla. Torna in camera, piccola» rispondo con un mezzo sorriso.
Non ricordare come si chiama non è carino da parte mia, ma non credo che ci sarà un’altra occasione per stare insieme, dopo stasera. Magari vorrò sfogare ancora un po’ i miei ormoni e, dopodiché, la inviterò gentilmente a lasciare la mia casa, non voglio che nessuna dorma con me. Legarmi a qualcuno è proprio l’ultimo dei miei pensieri: al momento ho altro per la testa. Se ne ritorna in camera senza aggiungere altro e io mi lascio cadere di peso sul divano; chiudo gli occhi, mi massaggio le tempie con movimenti circolari, sperando che questo mal di testa se ne vada al più presto.
Nonostante il volo, il telefono riprende a squillare come un ossesso. Jack Ryde, il mio manager, può aspettare, non ho alcuna voglia di passare la notte a parlare con lui, perché so che è proprio sua la telefonata e so anche che non mi lascerà andare in cinque minuti. E poi per oggi mi ha già fatto incazzare e devo ancora smaltire la rabbia. È un mese che mi tormenta per una campagna pubblicitaria alla quale non ho alcuna intenzione di partecipare. Continua a dirmi che sarà un toccasana per le mie tasche, ma a me non importa. Se è una cosa in cui non credo, non metterò mai la mia faccia, dovessero sborsare anche milioni di dollari.
Ho scelto io questa carriera, questa vita, sapevo a cosa stavo andando incontro, ma mai avrei immaginato che sarebbe stato così difficile gestire la fama e le attenzioni dei giornalisti. Non reggo più la pressione e non riesco a concentrarmi come dovrei. A giorni comincerà la conference, dovrei essere carico e pronto a dare il massimo in campo come a ogni partita, se non di più, invece mi ritrovo irritato, incazzato e desideroso di mandare tutti a quel paese.
Se solo potessi andarmene senza lasciare alcuna traccia e riprendere in mano la mia vita, quella che avevo prima di diventare J. Price, il numero trentacinque dei Detroit Motors… Nessuno mi fermerebbe per un autografo o una foto insieme, nessuno mi riconoscerebbe, sarei un anonimo venticinquenne, laureato e squattrinato, magari con una famiglia a carico, come la maggior parte dei miei coetanei. Dovrei essere grato di ciò che ho, ma sono riusciti a farmi odiare tutto quello che ho ottenuto con il sudore della mia fronte. Afferro il telecomando e accendo la tv sul canale sportivo, trovando subito la mia foto in primo piano.
«Bastardi» sibilo a denti stretti.
I media non fanno altro che aumentare le malelingue, alimentano dubbi sul mio conto senza nemmeno avere prove evidenti in mano. Ai giornalisti basta lo scoop, non importa a nessuno se può portare seri danni alla mia carriera di cestista, interessa solo al sottoscritto e al mio manager, che altrimenti non beccherebbe più un centesimo da parte mia. Ascolto per qualche minuto le stronzate che si sono inventati sul mio conto, le mani prudono per la voglia di colpire qualcuno, le stringo a pugno e digrigno i denti.
«I suoi legali affermano che il campione è del tutto estraneo ai fatti in questione, ma molti non sono concordi. Voi a chi credete? Riuscirà J. Price a uscire pulito da questa storia? Ne sentiremo parlare ancora a lungo…»
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