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[Recensione] For the love of English di A.M. Hargrove

sabato 22 giugno 2019

Ciao a tutti readers,
oggi vi parlerò di For the love of English il contemporary romance di A.M. Hargrove uscito il 01 Maggio 2018 grazie alla casa editrice Quixote Edizioni.

For the love of English
di A.M. Hargrove

Uscita: 01/05/2018
E-book: € 4,99
Cartaceo: € 13,38
Pagine: 436
Editore: Quixote Edizioni
Genere: Contemporary romance
Beckley Bridges, padre single, è sexy da far paura. Sul serio, è la cosa più bollente da quando è stato creato il sole, tanto che se gli rompi un uovo addosso, quello inizia a sfrigolare. Quindi qual è il problema? Che è anche uno stronzo colossale. Lo odio, quel bastardo. Cerco di evitarlo in ogni modo, ma per qualche motivo salta fuori ovunque io vada.
Il vero problema, però, è sua figlia, English. È un’adorabile, eccentrica bambina di prima elementare, e la cosa più dolce da quando hanno inventato il tè freddo. Ed è una dei miei scolari, ma è anche l'amore della sua vita. Perciò devo per forza avere a che fare con lui a livello professionale. Non è semplice. Su una scala che va da facile a difficile, avere a che fare con Beckley Bridges è come avere a che fare con delle unghie che grattano sulla lavagna.
Ma dato che la madre di English cerca di ottenere la custodia, dopo averla abbandonata sulla porta di Beckley quando era una neonata, lui è disposto a fare tutto il possibile per tenerla con sé.
È per questo che mi ha fatto la proposta.
E per quanto la cosa possa sembrare folle, mi sono ritrovata a pensarci su.


Recensione

Beckley Bridges è un ragazzo di diciannove anni che si divide tra college, uscite con gli amici e bevute. Un giorno si trova davanti la porta di casa una piccola scatola di cartone dal contenuto speciale: una neonata accompagnata da una lettera, la quale lo informa che quel fagottino è sua figlia e che la madre gli cede tutti i diritti su di lei. Da quel momento, Beck rielabora la sua vita in funzione della sua follettina, occupandosi in prima persona della piccola, diventando così un padre single perdutamente innamorato di sua figlia.

“Non mi ricordo molto di quella notte. Eravamo ubriachi, e non ne sono particolarmente orgoglioso, ma, accidenti, non scambierei English con niente al mondo”

Sheridan Monroe, neolaureata al suo primo impiego, ha da sempre un sogno: insegnare ai bambini. Condivide un appartamento con la sua amica Michelle e desidera più di ogni cosa una vita tranquilla, in modo da dimenticare un passato ingombrante. Si ritrova così ad insegnare in una scuola materna come suo primo impiego, piena di speranze e buoni propositi per il nuovo anno scolastico.

“È il primo giorno di scuola. Im mio primo giorno in assoluto. Questo è il momento che ho aspettato e per cui ho lavorato per tutta la mia vita. Nel giro di pochi minuti ventidue bambini di sei anni entreranno correndo dalla porta, con menti come spugne, e se io non sono preparata per essere la migliore riempitrice di spugne del mondo distruggerò per sempre il loro amore e il loro entusiasmo per l’apprendimento.
Melodrammatica? Forse. Sono una maestra di prima elementare, ed è mio assoluto dovere offrire loro la possibilità di amare la scuola”

Il caso vuole che English finisca proprio nella classe della signorina Sheridan, e quando quest’ultima contatta il padre della bambina per discutere con lui del rendimento scolastico della bambina, l’incontro fra i due non è dei migliori.

“Questo tizio per me è un enigma, e forse è per questo che non riesco a smettere di pensare a lui. E ovviamente c'è quella meraviglia di bimba che vedo tutti i giorni”

Inizialmente Beck appare alquanto cupo, scortese, burbero, un idiota dai modi bruschi, per usare le parole di Sheridan. Ma per quanto Beck possa dimostrarsi così taciturno e chiuso in sé stesso, quando è con English mostra una gentilezza e una tenerezza unica, che fatica a coincidere con il fotografo scontroso che si approccia con il resto del mondo.
L'ironia sicuramente è uno degli ingredienti principali di questo libro. Le gag fra i due protagonisti sono davvero esilaranti: l'amore/odio che Beck manifesta nei confronti di Sheridan nasconde in realtà la diffidenza e l'insicurezza di un giovane uomo che ha dovuto rinunciare alla sua spensieratezza per trasformarsi in padre responsabile e perfetto, che mette il benessere e la felicità della figlia al primo posto.
Beck rappresenta in tutto e per tutto lo stereotipo di “bello e dannato”, ma si rivela allo stesso tempo un papà presente e premuroso. Ho apprezzato soprattutto questo di lui, il fatto che sua figlia venga prima di tutto: ogni sua decisione o gesto, come lui stesso spiegherà nel corso del romanzo, è stata dettata dalla convinzione che sia la scelta migliore per English.
Anche il personaggio di Sheridan è davvero ben costruito. La ragazza dimostra una grande serietà nell’affrontare un ruolo finora conosciuto solo in modo teorico, ma si comporta come una ragazza qualsiasi uscendo il venerdì sera con la fidata amica Michelle, utilizzando da ubriaca un linguaggio che farebbe invidia ad uno scaricatore di porto (cosa che ovviamente non fa davanti i “suoi” bambini).
La ciliegina sulla torta però è proprio English! Con la sua spontaneità e i suoi modi innocenti, riesce a farti stare sotto l’arcobaleno e a vedere come lei la vita come un turbinio di colori, non come spesso succede a noi adulti di vederla sempre grigio.
Ho apprezzato il doppio punto di vista, collegato tra i due personaggi da un sottile filo di ironia e sarcasmo, capace di mescolare in modo magistrale argomenti seri con altri decisamente più leggeri e frivoli.
Il romanzo tratta il tema importante della paternità e dei padri single, troppo spesso penalizzati da un sistema giudiziario che favorisce la madre nei casi di affido esclusivo. L’autrice, complice anche un’esperienza vissuta in prima persona, accompagna il lettore nel lungo iter burocratico fatto di processi e visite affiancate da un assistente sociale, soffermandosi non solo sulle reazioni della piccola English, ma anche sui sentimenti provati da Beck e Sheridan.
Mi ha fatto molto riflettere con quanta bassezza si riesca ad usare i bambini fino a farli diventare uno strumento per raggiungere i propri scopi, ignorando il fatto che sono loro i soggetti più deboli, coloro che bisogna proteggere e cercare di sostenere nei casi di affido, perché più fragili e sensibili degli adulti.
D’altro canto però, ho riflettuto anche su quanto sia importante amare i figli a prescindere dal legame di sangue che ci unisce o meno a loro.
Lo stile vivace e genuino dell’autrice si mescola a tutti gli elementi che, a mio dire, rendono la lettura piacevole e molto scorrevole: dolcezza, amore per i figli, sensualità e quel pizzico di passione che non guasta mai.
Il romanzo è capace di coinvolgere il lettore riga dopo riga, mescolando i momenti di gioia della convivenza con un bambino e l’accompagnarlo nelle sue scoperte, alla serietà delle vicende per l’affido esclusivo di un minore.
Quello che resta, dopo aver finito questo libro, è la consapevolezza che il rispetto reciproco è di fondamentale importanza in una relazione e che l’amore vero, quello senza doppi fini o scialbi sotterfugi, è capace di superare qualsiasi ostacolo e regalare felicità ai protagonisti.


VALUTAZIONE:


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