Ciao a tutti readers,
oggi il blog partecipa al review party di Eternal Night il nuovo dark romance di Debora C. Tepes uscito il 10 Febbraio in self publishing.
oggi il blog partecipa al review party di Eternal Night il nuovo dark romance di Debora C. Tepes uscito il 10 Febbraio in self publishing.
Eternal Night
di Debora C. Tepes
di Debora C. Tepes
Uscita: 10/02/2020
E-book: € 2,99
Cartaceo: € 14,56
Pagine: 246
Editore: Self-Publishing
Genere: Dark romance
E-book: € 2,99
Cartaceo: € 14,56
Pagine: 246
Editore: Self-Publishing
Genere: Dark romance
Nadir
Nadir è solo un ragazzino quando è costretto a fuggire con suo fratello Quadir da una moschea in fiamme nella sua città, in Libano. Lì, tra le pietre divorate dall’esplosione, ha perso non solo i suoi genitori ma anche tutta la vita così come l’ha conosciuta sino a quel momento, e ha siglato un inconsapevole patto di sangue con la violenza, che d’ora in poi sarà il suo destino.
Adesso che è ormai un adulto, la vita di Nadir è scandita da violenza e aggressioni e dalle regole del clan che ha fondato con suo fratello e che gestisce scommesse clandestine, droghe di ogni genere e racket. La violenza è l’unico linguaggio che Nadir conosca, tutto ciò che ha portato con sé dalla sua terra e che l’ha seguito fino in Europa, dove si è rifugiato. Tuttavia, anche per lui esiste qualcosa di sacro e intoccabile: la famiglia, il bene supremo da proteggere. A ogni costo.
Layla
Layla non ama la compagnia della gente. Preferisce rinchiudersi nel suo mondo, cullata dalle note del pianoforte sul quale lascia scorrere le dita. A casa, Layla non ha nessuno che l’aspetti: d’altra parte, suo padre è il capo della squadra omicidi della polizia di Berlino e ha ben altro di cui occuparsi. Tuttavia ogni tanto, trascinata da un’amica, anche lei si concede una nottata diversa dal solito. Ed è così, durante una notte in una discoteca della capitale, che il destino di Layla prende una piega inaspettata. È lì, tra le luci stroboscopiche che l’accecano e la musica techno che l’assorda, che incontra Nadir e si perde nei suoi occhi color dell’ebano. Le loro orbite collidono e, da quel momento in poi, niente sarà più lo stesso. Lei cade nella trappola dell’oscuro sconosciuto arrivato dal Medio Oriente e lui crede di avere il potere in mano. Non l’ha scelta per caso: sa perfettamente chi sia e, soprattutto, quale ruolo ricopra suo padre. Rapirla e consegnarla a suo fratello Quadir è il suo unico scopo. Ma ciò che Nadir ancora non sa è che sarà lui stesso a cadere in una trappola dalla quale sarà impossibile fuggire: quella della passione.
In bilico tra la vita e la morte, costantemente sospesi tra la verità e la menzogna, il giusto e lo sbagliato, Nadir e Layla si lasciano travolgere in una spirale di attrazione incontrollabile. Ma può l’amore sopravvivere al richiamo irresistibile del sangue? Possono due anime perdute ritrovarsi al di là del bene e del male?
Recensione
Difficilmente ho paura di leggere un romanzo, o meglio di scoprire come esso vada a finire o dove voglia arrivare, e stavolta ho avuto paura, perché l’oscurità la fa da padrona in Eternal Night e i personaggi ci sguazzano dentro.
Me chi sono Nadir e Layla? Semplice, sono due facce della stessa medaglia, o meglio, all’inizio sembra così.
Nadir è un criminale, è quello che definirei l’uomo nero dei nostri incubi. Avete presente? “Non fare tardi, che poi arriva l’uomo nero…” solo che, se fosse Nadir, probabilmente, la maggior parte di noi spererebbe di incontrarlo, perché lui è bello come il peccato più torbido. È come la faglia di San Andreas: incredibilmente pericolosa, ma spettacolare.
Ed è proprio qualcosa di molto simile ad un terremoto che arriva a sconvolgere la perfetta (ma piatta) vita di Layla. Pianista, figlia di un detective, che odia stare in mezzo alla gente, Layla non è come le altre ragazze. Lei è diversa, e forse proprio per questa sua diversità, si lascia andare all’oscurità, a Nadir.
Ed è quando queste due oscurità vengono ad intrecciarsi che il romanzo della Tepes inizia davvero. Ed è un romanzo tanto bello, quanto “pauroso”, perché leggendo non si riesce a stare impassibili, a farsi scorrere addosso le parole, no, ci si finisce dentro. Si finisce per chiedersi: e io? Io che farei al suo posto? Cederei? E si viene a creare un dubbio enorme, che poi è quello che i filosofi di tutto il mondo e di tutti i tempi si pongono, spesso, senza arrivare ad una conclusione: la malvagità è dentro di noi? Siamo tutti un po’ buoni e un po’ cattivi? Cosa saremmo disposti a fare per qualcuno che amiamo? Saremmo disposti a buttarci in una notte eterna?
“No. Non posso darla vinta a loro. Io devo combattere, anche se sono a pezzi, anche se non mi reggo in piedi. Dimostrerò a Nadir che non mi fa paura. Lui non deve farmi paura. Non lascerò che mi strappi la vita, uscirò sulle mie gambe da questo incubo infernale. Infranta, traumatizzata, certo. Ma ne uscirò, a qualunque costo. Nadir Hassan potrà piegarmi ancora, ma non riuscirà mai ad annientarmi”
Ed è proprio questo il viaggio che facciamo leggendo Eternal Night! Un viaggio che ci porta a capire noi stessi attraverso le azioni, spesso poco convenzionali, di Nadir e Layla. Ma forse è proprio questo il bello dei romanzi della Tepes: perdersi.
E io non posso che ringraziarla ancora una volta per questo romanzo che è un dark, ma è anche vero che anche nella notte più fitta, a volte, si cela un piccolo lampo di luce.
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